C'è un filo rosso che lega i destini del russo Alexej Navalny, del giornalista saudita Jamal Khashoggi e del giornalista e attivista australiano Julian Assange, tutti e tre perseguitati per aver smascherato gli inganni del potere. Ma, a differenza dei primi due, il caso di Assange è volutamente ignorato da tutti i mass-media occidentali, perchè si è permesso di portare alla luce i crimini di guerra americani in Medioriente tramite l'organizzazione di giornalismo investigativo da lui creata: WikiLeaks. La divulgazione dei documenti di WikiLeaks nel 2010 ha rivelato anche la morte di oltre 15.000 civili in circostanze non chiare e i casi di violazione dei diritti umani, crimini di guerra e violazione di accordi internazionali durante la guerra in Iraq, iniziata nel 2003 e terminata nel 2011.
La situazione della morte di Navalny nelle carceri siberiane di Putin e l'illegale detenzione di Assange (per aver diffuso la verità) dal 2019 in un carcere di massima sicurezza a Londra in attesa dell'estradizione negli Stati Uniti, dove lo attenderebbe la detenzione a vita, sono due casi di pari gravità, ma trattati in modo molto diverso dal giornalismo occidentale, irrimediabilmente saldato al potere di turno e genuflesso di fronte ai dettami della Casa Bianca.
"Sta molto male. La sua salute è in un continuo declino fisico e mentale. Se verrà estradato negli Stati Uniti, morirà".
Queste le parole di Stella Assange, moglie di Julian Assange, durante una conferenza stampa alcuni giorni prima del verdetto del Tribunale di Londra sull'estradizione voluta dagli U.S.A.
"Quello di Julian è un caso politico, e necessita di una soluzione politica", aggiunge Stella Assange, sperando ancora nella liberazione del marito e nella possibilità per lui di fare ritorno al suo paese, in Australia.
Sabato 16 febbraio 2024, il padre di Julian Assange ha partecipato in collegamento dall'Australia ad una conferenza su diritti umani e libertà di stampa tenutasi a Palazzo Moroni a Padova. Alla domanda se ci sono speranze, Shipton sorride. E dice: "Dopo quindici anni di carcere nelle diverse forme è molto difficile avere speranze, ma noi continuiamo a mantenerle. Ultimamente Julian ha ritrovato un po’ le energie nel preparare questa udienza, ma non è facile trovare la serenità". Se l'appello dei legali dovesse essere respinto il giornalista verrebbe condannato a 175 anni di carcere.
Detto ciò, penso che il destino di Assange sia legato a doppio filo al destino di tutti noi e al futuro della libertà d'informazione, e quindi anche di pensiero critico e di indagine, non solo per ciò che riguarda i governi e i casi internazionali, ma in ogni altro ambito della conoscenza e della narrazione della storia. Così come penso che sia veramente patetica l'ipocrisia di coloro che mostrano cordoglio per Navalny ignorando il caso di Assange, perchè sanno benissimo quello che fanno e si vendono per il proprio tornaconto. Ma sappiano che domani, se domani le cose dovessero continuare così, saranno i loro figli e nipoti a pagare per tutta questa disumana indifferenza.
Gloria Birri, 17 febbraio 2024
FIRMA LE PETIZIONI (qui pubblico gli indirizzi di alcune fra le innumerevoli petizioni lanciate in tutto il mondo, ma invito a rimanere costantemente aggiornati sulle nuove iniziative e i nuovi appelli da firmare):
https://www.change.org/p/libert%C3%A0-per-julian-assange-freedom-for-julian-assange
https://www.amnesty.it/appelli/annullare-le-accuse-contro-julian-assange/
https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/05/03/firma-anche-tu-per-assange-salviamo-lui-e-tutta-wikileaks/7148738/
https://presskit.it/2024/02/16/appello-annullare-le-accuse-julian-assange-al-procuratore-generale-degli-stati-uniti/